Quantificazione dell’impronta di carbonio

L’impronta di carbonio (in inglese, carbon footprint) è il parametro che consente di calcolare gli impatti sul clima generati da un prodotto, un servizio, un’organizzazione, un evento o un individuo, misurando le emissioni di gas a effetto serra prodotte da queste attività in modo coerente e confrontabile nel tempo.

Tra le sostanze inquinanti analizzate dall’impronta di carbonio (identificate dal Protocollo di Kyoto) troviamo l’anidride carbonica, il metano, il protossido d’azoto, il trifluoruro di azoto, gli idrofluorocarburi, l’esafluoruro di zolfo e i perfluorocarburi.

Inoltre, queste emissioni possono essere associate sia direttamente sia indirettamente a un prodotto, servizio o organizzazione.

Per esempio, per quanto riguarda un’organizzazione, le emissioni dirette sono quelle che provengono da sorgenti che sono direttamente possedute o controllate dall’organizzazione stessa, tipicamente dalla produzione di calore, da trattamenti fisici o chimici, dal trasporto di materiali e persone e da emissioni fuggitive.

Invece, un esempio di emissioni indirette sono quelle generate nella produzione di elettricità consumata e non prodotta dall’organizzazione o quelle connesse alla catena di valore nel suo complesso.

Quantificare gli impatti sul clima della propria organizzazione è il primo passo per poterli gestire, riducendo l’impronta ambientale, aumentando la propria credibilità e testimoniando un impegno premiato anche con l’accesso a bandi e fondi.

 

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Mail: info@renerwave.com

Tel: 055 0515 490

Ing. Michele Vannuccini:

Tel: 340 937 8130

Le norme di riferimento nel calcolo dell’impronta di carbonio

Il calcolo dell‘impronta di carbonio di un’organizzazione avviene secondo quanto stabilito dallo standard internazionale ISO 14064-1, che funge da guida per quantificare e poter fare un rendiconto delle emissioni di gas a effetto serra.

Per il calcolo della carbon footprint di prodotti e servizi, invece, si utilizza la norma ISO 14067 – “Greenhouse gases – Carbon footprint of products – Requirements and guidelines for quantification and Communication”.

Inoltre, si applica anche il GHG Protocol nei suoi tre ambiti, al fine di distinguere tra le diverse fonti di emissione.

Queste sono:

  • Scope 1 – emissioni dirette: considera le emissioni che provengono da sorgenti direttamente possedute o controllate dall’organizzazione stessa all’interno dei confini organizzativi;
  • Scope 2 – emissioni indirette da elettricità: prende in considerazione le emissioni che si verificano nella generazione dell’energia acquistata dall’organizzazione, il più delle volte sotto forma di elettricità o calore;
  • Scope 3 – emissioni indirette, a monte e a valle: questo terzo parametro del Protocollo GHG permette di considerare nel calcolo dell’impronta carbonica tutte le emissioni grigie causate dalle attività che esulano dal controllo dell’organizzazione. Tra queste, gli spostamenti dei dipendenti, i materiali di produzione e consumo, gli imballaggi, lo smaltimento dei rifiuti ecc., ovvero tutte quelle emissioni che si verificano sia a monte, sia a valle dell’azienda.

Le emissioni indirette, considerate facoltative nel GHG Protocol, ma non nella valutazione ISO, sono oggi sempre più rilevanti.

Infatti, il concetto di carbon neutrality , storicamente focalizzato sulle emissioni dirette e sull’elevato uso di compensazioni, si sta evolvendo verso un paradigma più ampio e completo.

Questo tiene sempre più in considerazione l’impatto delle emissioni indirette, sia a monte sia a valle, e stabilisce obiettivi di riduzione in linea con gli accordi di Parigi siglati nel 2015.

 

Impronta di carbonio: perché è importante?

Conoscere l’impronta di carbonio della propria organizzazione, così come dei propri prodotti e dei servizi erogati, è fondamentale.

Si tratta di uno strumento di grande rilevanza strategica sia per le aziende sia per le Pubbliche Amministrazioni, che presenta molti vantaggi di natura operativa e strategica.

Per prima cosa, funge da apripista alla realizzazione di attività di compensazione e ottimizzazione. Infatti, permette di individuare le opportunità di riduzione degli impatti della propria organizzazione sull’ambiente, pianificare interventi di efficientamento energetico e rendere più efficace l’uso delle risorse grazie a impianti di produzione di energia rinnovabile.

La creazione di un’impresa sostenibile è intrinsecamente connessa a una maggior crescita e robustezza aziendale, oltre che a una trasformazione capace di riflettersi sull’intera catena di valore.

Non solo.

Consente anche di aumentare la propria credibilità verso altri soggetti pubblici e privati, testimoniando un impegno ambientale.

L’implementazione di misure di riduzione della propria impronta carbonica è riconosciuta anche a livello comunitario e internazionale e comporta una serie di benefici. Tra questi, la conformità alle normative in essere, l’accesso a bandi e fondi, una maggior trasparenza verso consumatori e stakeholder e una migliore gestione dei rischi.

Per finire, si tratta di un tassello essenziale delle politiche di responsabilità sociale e ambientale, secondo i criteri ESG.

 

L’impresa al centro: dagli Accordi di Parigi agli obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite

L’emergenza climatica è un tema al centro delle agende politiche internazionali e nazionali, tanto che il 30% del budget dell’UE 2021-2027 è destinato alla riduzione e mitigazione dell’impatto del cambiamento climatico.

Questa iniezione di capitale, pensata per rendere possibile il raggiungimento dell’obiettivo europeo di riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 e quello della neutralità climatica entro il 2050, rappresenta un’occasione per le imprese italiane ed europee di prendere parte alla transizione energetica.

 

IL SETTORE PRIVATO È UN ATTORE CHIAVE SIA NELLE POLITICHE EUROPEE, SIA NEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE IDENTIFICATI DALLE NAZIONI UNITE NELLAGENDA 2030.

RENERWAVE SUPPORTA AZIENDE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE NEL CALCOLO DELL’IMPRONTA DI CARBONIO E NELLO STUDIO E IMPLEMENTAZIONE DI MISURE DI RIDUZIONE.

SE VUOI CONOSCERE L’IMPRONTA DI CARBONIO DELLA TUA AZIENDA, CONTATTACI!

 

A fianco dei Governi, le imprese sono chiamate a ridurre in modo significativo le proprie emissioni dirette e indirette, nell’ottica di responsabilità rispetto alla protezione dell’ambiente, ma anche e soprattutto comescelta strategica di lungo periodo.

Il calcolo della propria impronta di carbonio garantisce esattamente questo, presentandosi come punto di partenza per la realizzazione di attività di compensazione e ottimizzazione, permettendo l’accesso a bandi e fondi dedicati e, soprattutto, aiutando le imprese a presentarsi davanti a stakeholder e consumatori come parte del cambiamento.

Secondo il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che dal 2010 ha avviato un programma per promuovere gli impegni volontari delle imprese per la valutazione delle prestazioni ambientali, l’analisi dell’impronta di carbonio è uno dei migliori strumenti a disposizione. Non solo è un driver ambientale, ma è percepita come un indicatore di qualità e sostenibilità dai consumatori.

 

Renerwave, un partner al servizio delle organizzazioni per il calcolo dell’impronta di carbonio

Renerwave si occupa di accompagnare le organizzazioni del settore privato e pubblico in un percorso di consapevolezza nei confronti del clima, dell’ambiente e delle future generazioni. Partendo dallo studio dell’impronta di carbonio secondo gli standard di riferimento e con risultati certificati, ci occupiamo di pianificare misure di correzione e riduzione efficaci, implementabili e in linea con gli obiettivi degli Accordi di Parigi e la Science Based Targets Initiative (SBTi).

I settori di intervento riguardano l’uso e la gestione dell’energia e delle risorse con progetti di efficientamento energetico e la realizzazione di impianti di energia rinnovabile, la mobilità e l’ottimizzazione delle catene di fornitura.

Anche grazie ai dati rilevati che emergono dall’analisi dell’impronta di carbonio, il percorso di riduzione disegnato e implementato ad hoc per ognuno dei nostri clienti viene monitorato nel tempo, al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi di medio e lungo periodo e il compimento di impegni, non più prorogabili, nei confronti del pianeta.

 

PER ULTERIORI INFORMAZIONI, CONTATTACI

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Ing. Michele Vannuccini:

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Quantificazione dell’impronta di carbonio

L’impronta di carbonio (in inglese, carbon footprint) è il parametro che consente di calcolare gli impatti sul clima generati da un prodotto, un servizio, un’organizzazione, un evento o un individuo, misurando le emissioni di gas a effetto serra prodotte da queste attività in modo coerente e confrontabile nel tempo.

Tra le sostanze inquinanti analizzate dall’impronta di carbonio (identificate dal Protocollo di Kyoto) troviamo l’anidride carbonica, il metano, il protossido d’azoto, il trifluoruro di azoto, gli idrofluorocarburi, l’esafluoruro di zolfo e i perfluorocarburi.

Inoltre, queste emissioni possono essere associate sia direttamente sia indirettamente a un prodotto, servizio o organizzazione.

Per esempio, per quanto riguarda un’organizzazione, le emissioni dirette sono quelle che provengono da sorgenti che sono direttamente possedute o controllate dall’organizzazione stessa, tipicamente dalla produzione di calore, da trattamenti fisici o chimici, dal trasporto di materiali e persone e da emissioni fuggitive.

Invece, un esempio di emissioni indirette sono quelle generate nella produzione di elettricità consumata e non prodotta dall’organizzazione o quelle connesse alla catena di valore nel suo complesso.

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Le norme di riferimento nel calcolo dell’impronta di carbonio

Il calcolo dell‘impronta di carbonio di un’organizzazione avviene secondo quanto stabilito dallo standard internazionale ISO 14064-1, che funge da guida per quantificare e poter fare un rendiconto delle emissioni di gas a effetto serra.

Per il calcolo della carbon footprint di prodotti e servizi, invece, si utilizza la norma ISO 14067 – “Greenhouse gases – Carbon footprint of products – Requirements and guidelines for quantification and Communication”.

Inoltre, si applica anche il GHG Protocol nei suoi tre ambiti, al fine di distinguere tra le diverse fonti di emissione.

Queste sono:

  • Scope 1 – emissioni dirette: considera le emissioni che provengono da sorgenti direttamente possedute o controllate dall’organizzazione stessa all’interno dei confini organizzativi;
  • Scope 2 – emissioni indirette da elettricità: prende in considerazione le emissioni che si verificano nella generazione dell’energia acquistata dall’organizzazione, il più delle volte sotto forma di elettricità o calore;
  • Scope 3 – emissioni indirette, a monte e a valle: questo terzo parametro del Protocollo GHG permette di considerare nel calcolo dell’impronta carbonica tutte le emissioni grigie causate dalle attività che esulano dal controllo dell’organizzazione. Tra queste, gli spostamenti dei dipendenti, i materiali di produzione e consumo, gli imballaggi, lo smaltimento dei rifiuti ecc., ovvero tutte quelle emissioni che si verificano sia a monte, sia a valle dell’azienda.

Le emissioni indirette, considerate facoltative nel GHG Protocol, ma non nella valutazione ISO, sono oggi sempre più rilevanti.

Infatti, il concetto di carbon neutrality , storicamente focalizzato sulle emissioni dirette e sull’elevato uso di compensazioni, si sta evolvendo verso un paradigma più ampio e completo.

Questo tiene sempre più in considerazione l’impatto delle emissioni indirette, sia a monte sia a valle, e stabilisce obiettivi di riduzione in linea con gli accordi di Parigi siglati nel 2015.

 

Impronta di carbonio: perché è importante?

Conoscere l’impronta di carbonio della propria organizzazione, così come dei propri prodotti e dei servizi erogati, è fondamentale.

Si tratta di uno strumento di grande rilevanza strategica sia per le aziende sia per le Pubbliche Amministrazioni, che presenta molti vantaggi di natura operativa e strategica.

Per prima cosa, funge da apripista alla realizzazione di attività di compensazione e ottimizzazione. Infatti, permette di individuare le opportunità di riduzione degli impatti della propria organizzazione sull’ambiente, pianificare interventi di efficientamento energetico e rendere più efficace l’uso delle risorse grazie a impianti di produzione di energia rinnovabile.

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Non solo.

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L’implementazione di misure di riduzione della propria impronta carbonica è riconosciuta anche a livello comunitario e internazionale e comporta una serie di benefici. Tra questi, la conformità alle normative in essere, l’accesso a bandi e fondi, una maggior trasparenza verso consumatori e stakeholder e una migliore gestione dei rischi.

Per finire, si tratta di un tassello essenziale delle politiche di responsabilità sociale e ambientale, secondo i criteri ESG.

 

L’impresa al centro: dagli Accordi di Parigi agli obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite

L’emergenza climatica è un tema al centro delle agende politiche internazionali e nazionali, tanto che il 30% del budget dell’UE 2021-2027 è destinato alla riduzione e mitigazione dell’impatto del cambiamento climatico.

Questa iniezione di capitale, pensata per rendere possibile il raggiungimento dell’obiettivo europeo di riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 e quello della neutralità climatica entro il 2050, rappresenta un’occasione per le imprese italiane ed europee di prendere parte alla transizione energetica.

 

IL SETTORE PRIVATO È UN ATTORE CHIAVE SIA NELLE POLITICHE EUROPEE, SIA NEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE IDENTIFICATI DALLE NAZIONI UNITE NELLAGENDA 2030.

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Renerwave si occupa di accompagnare le organizzazioni del settore privato e pubblico in un percorso di consapevolezza nei confronti del clima, dell’ambiente e delle future generazioni. Partendo dallo studio dell’impronta di carbonio secondo gli standard di riferimento e con risultati certificati, ci occupiamo di pianificare misure di correzione e riduzione efficaci, implementabili e in linea con gli obiettivi degli Accordi di Parigi e la Science Based Targets Initiative (SBTi).

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Anche grazie ai dati rilevati che emergono dall’analisi dell’impronta di carbonio, il percorso di riduzione disegnato e implementato ad hoc per ognuno dei nostri clienti viene monitorato nel tempo, al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi di medio e lungo periodo e il compimento di impegni, non più prorogabili, nei confronti del pianeta.

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