Carbon neutrality: cos’è e perchè andare oltre

Parlare di carbon neutrality, oggi, non è più sufficiente. Questo concetto popolare si riferisce comunemente alla prassi di compensare le proprie emissioni inquinanti, soprattutto quelle di CO2, con misure equivalenti volte a ridurle con azioni economicamente più efficienti.

Carbon neutrality

Una neutralità che, quindi, deriva dall’equilibrio tra l’emissione di carbonio e l’assorbimento delle emissioni da parte dei pozzi di carbonio naturali, come la vegetazione, il suolo e gli oceani, all’interno di un determinato orizzonte temporale.

Questo è possibile mediante la piantumazione di alberi o la produzione di energia rinnovabile, così come acquistando crediti di compensazione.

Il concetto è diventato, anno dopo anno, sempre più popolare, tanto che “Carbon neutral” è stata eletta parola dell’anno del New Oxford American Dictionary nel 2006. Ma nonostante la popolarità, fin da subito sono emerse alcune criticità.

 

Il concetto di carbon neutrality e la sua evoluzione

L’idea di perseguire la carbon neutrality mediante la semplice compensazione delle quantità di CO2 prodotte presenta dei limiti intrinsechi. Per esempio, il reale impatto dei crediti è spesso contestato, e non viene considerato il loro impatto sulle diseguaglianze tra Paesi e sui diritti delle popolazioni coinvolte.

Inoltre, un sistema di carbon neutrality basato sulla semplice compensazione non tiene in considerazione i limiti stessi del pianeta, che non ha risorse sufficienti per compensare i volumi di CO2 emessi al giorno d’oggi.

Per finire, eventuali soluzioni altamente tecnologiche, come la cattura diretta nell’aria (“direct air capture”) e la mineralizzazione della CO2, non sono ancora accessibili e nemmeno applicabili a tutte le situazioni e realtà.

 

OGGI, ALLE IMPRESE E AGLI INDIVIDUI NON VIENE PIÙ RICHIESTO DI COMPENSARE SEMPLICEMENTE IL LORO IMPATTO AMBIENTALE, MA DI RIDURLO IN MODO SIGNIFICATIVO.

LE AZIONI CHE SI POSSONO IMPLEMENTARE SONO DIVERSE: CONTATTACI PER SAPERE COME POSSIAMO SUPPORTARTI.

 

Questo nuovo paradigma, che sorge dalla semplice considerazione che no, compensare solamente non basta, ha comportato anche un cambio di terminologia. A partire dal 2021, si è infatti iniziato a parlare in modo consistente di “Net Zero”, anche grazie a pubblicazioni come “Net Zero by 2050: A Roadmap for the Global Energy Sector. 2021”, dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) e “Net-zero 2050” della Fondazione Europea per il Clima.

Questo concetto, molto più ambizioso, presuppone una mancata emissione di gas climalteranti nell’atmosfera sia sotto forma di emissioni dirette sia indirette.

Renerwave accompagna le aziende e le Pubbliche Amministrazioni nel percorso verso la sostenibilità e la Net Zero, attraverso strumenti come il bilancio di sostenibilità aziendale, gli strumenti ISCC e la quantificazione e riduzione dell’impronta di carbonio, tra gli altri.

 

Carbon neutrality e net zero: dalla compensazione alla riduzione

Essere carbon neutral e puntare a diventare net zero è oggi l’unica soluzione possibile per salvare il pianeta e rispettare le scadenze imposte dall’Unione europea.

L’European Green Deal, in particolare, è un pacchetto di iniziative strategiche che mira ad avviare l’UE verso la transizione ecologica, con l’obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questo include il pacchetto climatico “Fit for 55”, parte essenziale del Green Deal che, in tredici proposte legislative, sancisce l’obiettivo comune di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, come previsto dalla Legge europea sul clima.

Alcuni dei provvedimenti previsti sono un aggiornamento della legislazione preesistente e prevedono una revisione del sistema di scambio delle emissioni (EU ETS) e sostanziali modifiche alla direttiva sulle energie rinnovabili (RED), mentre altri sono nuovi riferimenti normativi che mirano alla riduzione delle emissioni di CO2, non semplicemente alla loro compensazione.

Il pacchetto prevede anche la proposta di tassa sul carbonio alla frontiera (Carbon Border Adjustment Mechanism) e una nuova strategia forestale.

Questo nuovo paradigma prevede ancora il sistema di compensazione proprio della carbon neutrality, ma solamente come una soluzione per le quantità di CO2 non eliminabili con soluzioni alternative.

 

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Il ruolo delle aziende nel raggiungimento degli obiettivi di carbon neutrality e net zero

Gli obiettivi imposti dall’Unione Europea, dalle Nazioni Unite, da altri organismi internazionali e anche dai singoli Paesi per raggiungere la carbon neutrality e puntare ad essere net zero possono essere centrati solamente con il contributo di tutti.

Per questo, è fondamentale agire a livello delle Pubbliche Amministrazioni, dei singoli cittadini e cittadine e, ovviamente, delle aziende e organizzazioni private.

Queste possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi comuni di carbon neutrality mettendo in pratica le seguenti strategie:

1.    calcolo dell’impronta di carbonio: il punto di partenza per poter programmare qualsiasi azione di carbon neutrality è la conoscenza dell’impatto delle proprie azioni sul pianeta, misurando le emissioni di gas a effetto serra prodotte in modo coerente e confrontabile nel tempo, mediante un processo basato su standard specifici. Solo con la piena consapevolezza del proprio impatto ambientale è possibile identificare inefficienze e possibili migliorie, dando il via alla pianificazione e attuazione di strategie di sostenibilità ambientale;

2.    riduzione del proprio impatto ambientale: grazie alla consapevolezza del proprio impatto, è possibile impostare obiettivi a breve e lungo termine per cercare di ridurla, identificare le procedure corrette per farlo e monitorare i risultati nel tempo;

3.    compensazione: qualsiasi attività umana comporta un effetto sul clima e sull’ambiente. Per questo, dopo aver significativamente abbassato le emissioni di CO2 di un’attività produttiva, è possibile avviare azioni di compensazione delle emissioni residue emesse, tenendo in considerazione l’impatto di queste misure.

Renerwave accompagna le aziende nel loro percorso verso la carbon neutrality, adottando un approccio in linea con i migliori standard internazionali e puntando a ridurre le emissioni, non semplicemente a compensarle, grazie a strumenti come:

• la quantificazione dell’impronta di carbonio.

• il calcolo dell’LCA Life Cycle Assessment.

• l’implementazione di azioni di riduzione dell’impatto ambientale come l’installazione di impianti di energia rinnovabile e progetti di efficientamento energetico.

• il mobility management, ma non solo.

 

CONTATTACI PER INIZIARE IL TUO PERCORSO VERSO LA CARBON NEUTRALITY

Carbon neutrality: cos’è e perchè andare oltre

Parlare di carbon neutrality, oggi, non è più sufficiente. Questo concetto popolare si riferisce comunemente alla prassi di compensare le proprie emissioni inquinanti, soprattutto quelle di CO2, con misure equivalenti volte a ridurle con azioni economicamente più efficienti.

Carbon neutrality

Una neutralità che, quindi, deriva dall’equilibrio tra l’emissione di carbonio e l’assorbimento delle emissioni da parte dei pozzi di carbonio naturali, come la vegetazione, il suolo e gli oceani, all’interno di un determinato orizzonte temporale.

Questo è possibile mediante la piantumazione di alberi o la produzione di energia rinnovabile, così come acquistando crediti di compensazione.

Il concetto è diventato, anno dopo anno, sempre più popolare, tanto che “Carbon neutral” è stata eletta parola dell’anno del New Oxford American Dictionary nel 2006. Ma nonostante la popolarità, fin da subito sono emerse alcune criticità.

 

Il concetto di carbon neutrality e la sua evoluzione

L’idea di perseguire la carbon neutrality mediante la semplice compensazione delle quantità di CO2 prodotte presenta dei limiti intrinsechi. Per esempio, il reale impatto dei crediti è spesso contestato, e non viene considerato il loro impatto sulle diseguaglianze tra Paesi e sui diritti delle popolazioni coinvolte.

Inoltre, un sistema di carbon neutrality basato sulla semplice compensazione non tiene in considerazione i limiti stessi del pianeta, che non ha risorse sufficienti per compensare i volumi di CO2 emessi al giorno d’oggi.

Per finire, eventuali soluzioni altamente tecnologiche, come la cattura diretta nell’aria (“direct air capture”) e la mineralizzazione della CO2, non sono ancora accessibili e nemmeno applicabili a tutte le situazioni e realtà.

 

OGGI, ALLE IMPRESE E AGLI INDIVIDUI NON VIENE PIÙ RICHIESTO DI COMPENSARE SEMPLICEMENTE IL LORO IMPATTO AMBIENTALE, MA DI RIDURLO IN MODO SIGNIFICATIVO.

LE AZIONI CHE SI POSSONO IMPLEMENTARE SONO DIVERSE: CONTATTACI PER SAPERE COME POSSIAMO SUPPORTARTI.

 

Questo nuovo paradigma, che sorge dalla semplice considerazione che no, compensare solamente non basta, ha comportato anche un cambio di terminologia. A partire dal 2021, si è infatti iniziato a parlare in modo consistente di “Net Zero”, anche grazie a pubblicazioni come “Net Zero by 2050: A Roadmap for the Global Energy Sector. 2021”, dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) e “Net-zero 2050” della Fondazione Europea per il Clima.

Questo concetto, molto più ambizioso, presuppone una mancata emissione di gas climalteranti nell’atmosfera sia sotto forma di emissioni dirette sia indirette.

Renerwave accompagna le aziende e le Pubbliche Amministrazioni nel percorso verso la sostenibilità e la Net Zero, attraverso strumenti come il bilancio di sostenibilità aziendale, gli strumenti ISCC e la quantificazione e riduzione dell’impronta di carbonio, tra gli altri.

 

Carbon neutrality e net zero: dalla compensazione alla riduzione

Essere carbon neutral e puntare a diventare net zero è oggi l’unica soluzione possibile per salvare il pianeta e rispettare le scadenze imposte dall’Unione europea.

L’European Green Deal, in particolare, è un pacchetto di iniziative strategiche che mira ad avviare l’UE verso la transizione ecologica, con l’obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questo include il pacchetto climatico “Fit for 55”, parte essenziale del Green Deal che, in tredici proposte legislative, sancisce l’obiettivo comune di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, come previsto dalla Legge europea sul clima.

Alcuni dei provvedimenti previsti sono un aggiornamento della legislazione preesistente e prevedono una revisione del sistema di scambio delle emissioni (EU ETS) e sostanziali modifiche alla direttiva sulle energie rinnovabili (RED), mentre altri sono nuovi riferimenti normativi che mirano alla riduzione delle emissioni di CO2, non semplicemente alla loro compensazione.

Il pacchetto prevede anche la proposta di tassa sul carbonio alla frontiera (Carbon Border Adjustment Mechanism) e una nuova strategia forestale.

Questo nuovo paradigma prevede ancora il sistema di compensazione proprio della carbon neutrality, ma solamente come una soluzione per le quantità di CO2 non eliminabili con soluzioni alternative.

 

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Gli obiettivi imposti dall’Unione Europea, dalle Nazioni Unite, da altri organismi internazionali e anche dai singoli Paesi per raggiungere la carbon neutrality e puntare ad essere net zero possono essere centrati solamente con il contributo di tutti.

Per questo, è fondamentale agire a livello delle Pubbliche Amministrazioni, dei singoli cittadini e cittadine e, ovviamente, delle aziende e organizzazioni private.

Queste possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi comuni di carbon neutrality mettendo in pratica le seguenti strategie:

1.    calcolo dell’impronta di carbonio: il punto di partenza per poter programmare qualsiasi azione di carbon neutrality è la conoscenza dell’impatto delle proprie azioni sul pianeta, misurando le emissioni di gas a effetto serra prodotte in modo coerente e confrontabile nel tempo, mediante un processo basato su standard specifici. Solo con la piena consapevolezza del proprio impatto ambientale è possibile identificare inefficienze e possibili migliorie, dando il via alla pianificazione e attuazione di strategie di sostenibilità ambientale;

2.    riduzione del proprio impatto ambientale: grazie alla consapevolezza del proprio impatto, è possibile impostare obiettivi a breve e lungo termine per cercare di ridurla, identificare le procedure corrette per farlo e monitorare i risultati nel tempo;

3.    compensazione: qualsiasi attività umana comporta un effetto sul clima e sull’ambiente. Per questo, dopo aver significativamente abbassato le emissioni di CO2 di un’attività produttiva, è possibile avviare azioni di compensazione delle emissioni residue emesse, tenendo in considerazione l’impatto di queste misure.

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• la quantificazione dell’impronta di carbonio.

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CONTATTI:

Mail: info@renerwave.com

Tel: 055 0515 490

Ing. Michele Vannuccini:

Tel: 340 937 8130

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